Domani si aprirà la IV edizione di FarmacistaPiù, a Milano, negli spazi del MiCo. Il Congresso nazionale dei farmacisti, di tutti i farmacisti, prevede come ormai consuetudine tre giorni di lavori, ma la vera consuetudine di FarmacistaPiù, promosso e organizzato da Federazione degli Ordini dei Farmacisti, Fondazione Cannavò e Utifar, è offrire a ogni edizione qualcosa di nuovo, come conferma il presidente della Fofi, Senatore Andrea Mandelli.
Anche quest’anno un programma dai contenuti molto diversificati.
Sì, ma strutturato in modo da riuscire a ricondurre i grandi temi di fondo alla pratica professionale concreta e, soprattutto, in modo da riuscire a leggere i grandi fenomeni, dalla crisi del modello sanitario universalistico, alle sfide dell’innovazione dal punto di vista dello specialista del farmaco, coinvolgendo le diverse componenti professionali e le società scientifiche che operano in seno alla professione. Anche nella consapevolezza che mai come in questa congiuntura, che ci sfida a cambiamenti culturali, organizzativi ed economici, è necessaria la massima unità, non solo e non tanto per fare fronte comune ma per contare su tutto il patrimonio di esperienze ed elaborazione concettuale sviluppato dai farmacisti italiani.
Una novità su tutte?
Tengo molto a quella che definirei un’innovazione metodologica, non meno importante dell’arricchimento dei contenuti. Accanto alle sessioni tradizionali ce n’é una che vuole raccogliere direttamente il contributo di tutti i colleghi che vogliano portare la loro esperienza e la loro riflessione su un certo numero di argomenti che sappiamo essere al centro dell’attenzione; è la sessione intitolata “Protagonismo territoriale – Progettiamo il futuro: le proposte dei farmacisti territoriali per la politica della Federazione” della quale si è parlato a più riprese sul nostro giornale. Grazie a cinque tavoli tematici si attuerà un confronto con le istituzioni, i delegati federali, i rappresentanti territoriali delle professioni, gli esperti presenti al Congresso. Ma soprattutto, come dicevo, con tutti i colleghi che ogni giorno esercitano la professione nelle loro realtà particolari. I temi, come abbiamo anticipato nei giorni scorsi, sono: politiche del farmaco e universalità dell’assistenza; governance farmaceutica e farmaci innovativi; l’etica della responsabilità e il codice deontologico: le logiche di mercato e i valori non negoziabili; i servizi in farmacia e la farmacia dei servizi: una piattaforma innovativa per l’assistenza. Le conclusioni dei tavoli verranno poi presentate nel corso del convegno conclusivo di domenica, e costituiranno delle indicazioni per l’agenda politica della Federazione. E’ un metodo di lavoro in cui crediamo molto e che non è stato facile costruire. E colgo, quindi, l’occasione per ringraziare per l’ottimo lavoro svolto tutto il Comitato scientifico di FarmacistaPiù, a cominciare dal suo presidente, Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri.
Che cosa si aspetta da questa edizione di FarmacistaPiù?
Se guardo al nostro interno, che continui a crescere la partecipazione dei colleghi, che esca ancora una volta rinsaldata l’unità della professione. Se guardo all’esterno, al decisore politico come alle componenti della sanità e all’opinione pubblica, spero che cresca la consapevolezza che il punto di vista della nostra professione è importante, perché a lei compete di presidiare un aspetto centrale dei servizi sanitari di tutto l’Occidente industrializzato: il servizio farmaceutico. Ormai da decenni la letteratura scientifica mostra come il ruolo del farmacista sia importante per il successo delle terapie, per la sicurezza dell’impiego dei medicinali, per l’ottimizzazione dell’investimento che la collettività fa nella tutela della salute. I farmacisti italiani ci sono, hanno proposte originali da presentare e da sempre sono pronti a collaborare con tutti i professionisti della salute mettendo al centro la tutela del paziente.