Consiglio nazionale Fofi. Farmacia dei servizi

Mandelli: “Abbiamo guadagnato la pole position, ora dobbiamo vincere la gara”

A cura di Redazione Farmalavoro

“Abbiamo guadagnato la pole position; ora dobbiamo vincere la gara”. Con questa metafora automobilistica il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, nella sua relazione al Consiglio nazionale riunito ieri pomeriggio a Roma, ha rilanciato la sfida della Farmacia dei servizi, entrata pienamente nel vivo con la sperimentazione ai nastri di partenza in 9 Regioni (la Conferenza Stato Regioni ha sancito lo scorso 17 ottobre le “Linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi nella farmacia di Comunità”).

Per Mandelli, la realizzazione della Farmacia dei serivizi è la dimostrazione “della correttezza della nostra visione, del valore della nostra professione, della nostra capacità di contribuire al benessere della collettività e all’equilibrio del servizio sanitario”. Ma è anche l’unica strada che i farmacisti hanno davanti a loro “per uscire dalla situazione di stagnazione del servizio farmaceutico e per costruire il futuro della professione”.

Tra gli altri argomenti affrontati nella Relazione, la governance del farmaco, la remunerazione, il rinnovo dei contratti dei farmacisti collaboratori, parafarmacie, occupazione, formazione continua, vita ordinistica e rapporto con le altre associazioni di categoria.

Ecco una sintesi della Relazione del presidente della Fofi, Andrea Mandelli, al Consiglio nazionale della Fofi, aperto con un pensiero rivolto alle popolazioni di Venezia, Matera, Alto Adige e Trentino, colpite dal maltempo che ha causato gravi disagi e danni anche a molti farmacisti, in aiuto dei quali la Fofi si è subito attivata.

 

LA FARMACIA DEI SERVIZI

Il presidente della Fofi ha ripreso, nel suo discorso, quanto già affermato nel Consiglio precedente in merito al cammino che la farmacia deve compiere per guardare con ottimismo al futuro.“Il solo piano possibile”, ha ribadito Mandelli, “ha alla base un elemento cardine: dimostrare l’enorme valore aggiunto dell’intervento del farmacista nell’assistenza del cittadino. Soprattutto oggi, in una società che invecchia e dispone di meno risorse , e si impone la necessità di rivedere radicalmente l’accesso alle cure, incentivare i servizi di prossimità, modificare il paradigma della centralità dell’ospedale, che è uno dei tratti più profondi e oggi critici della sanità italiana”. In due parole: Farmacia di Comunità. Che significa, ha evidenziato Mandelli, non solo Farmacia come luogo specifico e privilegiato di erogazione dei farmaci, ma anche come “Centro sociosanitario polifunzionale a servizio della comunità nonché come punto di raccordo tra Ospedale e territorio e front office del Servizio Sanitario Nazionale nel rispetto delle direttive nazionali e regionali”.

Ed è su questi presupposti che sta prendendo il via la sperimentazione della Farmacia dei Servizi in 9 Regioni, che si suddivideranno il finanziamento da 36 milioni stanziato con la Legge di Bilancio 2018.

“Credo non sfugga a nessuno – ha evidenziato il presidente della Fofi – che la nostra impostazione, le prove scientifiche che abbiamo portato a supporto, a cominciare dal successo del progetto I-MUR, hanno ottenuto il consenso del decisore politico-sanitario, tanto a livello centrale quanto nelle Regioni. E’ un risultato importantissimo, che ci fa passare dalla teoria alla pratica”. Il presidente della Fofi ha quindi voluto sottolineare come “Linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi nella farmacia di comunità” siano il frutto di un processo che parte dalla sperimentazione scientifica e dal confronto tra tutte le professioni (per i farmacisti Fofi, Federfarma, Assofarm, Utifar e Sifo) e i livelli decisionali coinvolti nella tutela della salute. Non si tratta, dunque, di “un’iniziativa calata dall’alto”. Mandelli ha quindi evidenziato come “la capacità delle componenti della nostra professione di parlare con una voce sola è stata fondamentale non solo per la qualità del risultato, ma anche per la puntualità con cui il gruppo ha svolto il suo mandato entro il termine di quattro mesi dall’insediamento, come previsto ma come non accade certo spesso”.

Se l’avvio della sperimentazione è il nastro di partenza, il presidente della Fofi ha però chiarito come il traguardo non possa essere raggiunto senza lo sviluppo, da parte del farmacista, di competenze trasversali acquisite con una formazione professionale, all’interno della programmazione strategica del sistema salute, mirata a dare impulso alla qualificazione dell’offerta di nuovi servizi sociosanitari. In merito Mandelli ha voluto richiamare la categoria a raccogliere la sfida con il massimo impegno.

 

FARMACISTA PIU’ 2019

Grande soddisfazione dal parte del presidente della Fofi per gli esiti della kermesse dedicata alla professione del farmacista. Mandelli ha ricordato come, nel suo intervento a FarmacistaPiù, il ministro della Salute, Roberto Speranza, abbia avuto parole molto significative riguardo al ruolo del farmacista, in particolare sul territorio, riconoscendo la capillarità della nostra presenza, la nostra competenza e l’orientamento ai bisogni del cittadino, certamente, ma anche la fiducia riscossa nella collettività grazie al nostro lavoro. “E’ la conferma del principio che sta alla base della nostra politica professionale: dimostrare scientificamente, dati alla mano, la validità delle nostre proposte. Il nostro rapporto con il decisore politico si basa su questo, e sul consenso che abbiamo ottenuto presso l’opinione pubblica”, ha detto Mandelli.

Mandelli ha quindi fatto sapere che la Fofi sta per tornare a partecipare in forma ufficiale a Cosmofarma, un altro dei momenti di incontro della professione.

 

LA GOVERNANCE DEL FARMACO

Il presidente della Fofi ha voluto soffermarsi sulla spesa farmaceutica per evidenziare che, “se il valore della presenza sul territorio del farmacista e della farmacia di comunità sembra essere universalmente accettato, allora non si può ignorare la necessità di un intervento a supporto di questa rete territoriale”. Mandelli ha quindi evidenziato come i dati di mercato elaborati da IQvia rilevino che il valore complessivo dei prodotti distribuiti in farmacia (farmaci soggetti a prescrizione, rimborsati o meno, farmaci otc e prodotti non farmaceutici) continua a scendere: “Del 3% solo negli anni 2015-2018. Al contrario quello dei medicinali soggetti alla distribuzione diretta è aumentato del 37% e quello dei farmaci della distribuzione per conto del 40% nello stesso periodo. Se ci concentriamo sulla spesa pubblica netta per i farmaci dispensati in farmacia vediamo che il dato diminuisce di 338 milioni, cioè il 4,2% in meno, mentre le ricette sono calate dello 0,8%. Infine, nel 2018 la farmaceutica convenzionata si è fermata al di sotto del tetto programmato di ben 803 milioni, e dovrebbe succedere lo stesso anche nel 2019, con una riduzione stimata di 780 milioni. Per essere ancora più precisi, dal 2011 al 2018 la spesa lorda convenzionata è diminuita di 2,246 miliardi di euro (da 12.364.000.000 a 10.118.000.000) con una riduzione del 22% e con un margine medio a confezione al netto di IVA che dai 2,48 euro del 2011 è scivolato nel 2018 a 2.02 euro. Sono numeri inaccettabili che si traducono in una grave e insopportabile offesa al nostro ruolo e alla nostra dignità di professionisti”.

Il presidente della Fofi ha quindi messo in guardia da un eventuale sistema di acquisto a livello centrale con il meccanismo delle gare al massimo ribasso per i farmaci destinati all’assistenza territoriale: “La risposta alla pressione sul prezzo, oltre un certo limite, produce fenomeni di forte concentrazione e delocalizzazione della produzione, che non sono esenti da rischi, ma è anche un forte incentivo all’esportazione parallela con le conseguenze sulla disponibilità di medicinali che già stiamo vivendo ogni giorno”.

Per Mandelli le scelte da compiere sono altre: in primis “la radicale revisione della distribuzione diretta, che oggi è un meccanismo anacronistico se non nel caso dei medicinali per uso esclusivamente ospedaliero o della fase del monitoraggio intensivo”. Per la Fofi, dunque, la farmacia dei servizi non può essere che una farmacia in cui si dispensa l’innovazione.

 

LA REMUNERAZIONE

Altro step è la riforma della remunerazione. Il presidente della Fofi, ricordando che la tematica è materia sindacale e non ordinistica, se non per gli aspetti che concernono l’atto professionale, ha voluto però fare due considerazioni: “La prima è che la remunerazione attuale è un ostacolo, se non un alibi per non riportare l’innovazione farmacologica in farmacia e mantenerla nella distribuzione diretta; dobbiamo puntare a un sistema che renda più vantaggioso economicamente il canale della farmacia rispetto alle altre soluzioni”.

Il secondo aspetto sta nel fatto che “la dispensazione è un atto professionale che va oltre la semplice consegna di un farmaco, e che vedrà aumentare la sua complessità via via che saranno implementati altri atti professionali come l’aggiornamento del dossier farmaceutico o il supporto all’aderenza alla terapia”. Per Mandelli, allora, “non è più accettabile e decoroso remunerare l’intervento del farmacista esclusivamente attraverso un margine commerciale”. Il presidente della Fofi ha quindi ricordando quanto avvenuto con le preparazioni galeniche, che oggi “vengono remunerate in base al valore aggiunto dell’opera del farmacista, non con un mark-up sul costo della materia prima. Mi sembra un esempio importante”.

 

CONTRATTO DI LAVORO DELLE FARMACIE

“In una situazione critica dal punto di vista economico le trattative non sono facili per nessuno in nessun settore”, è la premessa di Mandelli, che ha comunque ricordato come la Federazione, pur attenta alle trattative, non sia tra i firmatari dei contratti. “Ma è evidente – ha detto – che alle richieste dei nostri colleghi collaboratori si deve dare una risposta” anche perché, ha evidenziato il presidente della Fofi, “tutto il progetto federale, e cioè la farmacia presidio polifunzionale che in grado di erogare servizi cognitivi, è centrato sul ruolo professionale e i colleghi collaboratori sono di gran lunga la componente maggioritaria”.

 

PARAFARMACIE

Proseguendo con la sua Relazione, Mandelli ha voluto ancora una volta rigettare l’accusa rivolta Consiglio nazionale d di tutelare i titolari di farmacia, e in definitiva la farmacia, e non tutte le componenti della professione. “La nostra posizione sugli esercizi di vicinato è chiara da sempre: sono il frutto di una liberalizzazione studiata apparentemente per favorire il cittadino, ma che alla fine ha favorito la GDO”, perché “la concorrenza sul prezzo e grandi volumi di vendita sono la condizione necessaria, che resta al di fuori della portata del singolo professionista”. Il presidente della Fofi ha quindi citato i dati IQvia: “Nel periodo marzo 2017-marzo 2018 i corner della Gdo (farmaco in libera vendita e prodotti salutistici) registrano un fatturato medio dsuperiore di quasi quattro volte a quello delle farmacie e più di 10 volte superiore a quello medio delle parafarmacie, mentre nel 2016 attestava un fatturato globale praticamente equivalente tra i 360 corner e gli oltre 4346 esercizi di vicinato censiti quell’anno. Mi sembra difficile su queste basi negare che una crisi vi sia”.

Mandelli, allora, ha chiarito che la Fofi “non intende lasciare indietro nessuno” ma che “ai colleghi in difficoltà bisogna trovare una via di uscita, senza scardinare il sistema, e senza ulteriori liberalizzazioni che sarebbero soltanto un regalo ai capitali”.

 

CAPITALI NELLE FARMACIE

Secondo quanto riportato dalla Fofi, “si sta delineando uno schema per cui attualmente sono in campo prevalentemente gruppi a vocazione finanziaria, e che gli attori che daranno vita alle catene subentreranno in un secondo momento”. Mandelli ha ricordato che “la Federazione ha sempre contrastato l’apertura ai capitali in assenza di limiti efficaci alla concentrazione e al peso del capitale all’interno delle compagini societarie”.

Il presidente della Fofi ha quindi richiamato alle mozioni recentemente  approvate alla Camera che impegnano il Governo ad azioni a sostegno delle libere professioni e delle imprese. “Nella mozione che mi vede primo firmatario – ha spiegato il presidente della Fofi, che è anche deputato della Camera – è stato chiesto che il Governo provveda a stanziare maggiori risorse per garantire la realizzazione della farmacia dei servizi in tutte le regioni italiane; accelerare il rinnovo della convenzione; adottare iniziative per rimodulare ed implementare le risorse dedicate al settore delle prestazioni veterinarie, sia nel settore privato sia in ambito pubblico”.

 

POLITICA SANITARIA

Mandelli ha reso noto che la Federazione sta lavorando a un esame complessivo delle disposizioni che interessano il servizio farmaceutico, a cominciare dal Testo Unico delle Leggi sanitarie del 1934, “per individuare e sottoporre al legislatore tutte le disposizioni superate che oggi costituiscono un ostacolo concreto all’esercizio della professione, quando non vanno a confliggere direttamente con altri interventi normativi recenti, a cominciare dalla Legge sulla Farmacia dei Servizi. Infatti va risolta una volta per tutte la questione della presenza delle professioni sanitarie, quelle non abilitate alla prescrizione, all’interno della farmacia, ma ci sono anche altri aspetti, solo apparentemente più minuti, sui quali è indispensabile intervenire. Mi riferisco, per esempio, alla questione delle prescrizioni cartacee – le ricette bianche – scansionate e trasmesse per via telematica. La riproduzione digitale della firma, infatti, non è ritenuta valida e sempre più spesso la presenza di queste ricette viene contestata in occasione di ispezioni e controlli”.

 

FORMAZIONE PROFESSIONALE ECM

In prossimità della scadenza del termine del triennio 2017-2019 per la raccolta dei credito formativi, Mandelli ha evidenziato la necessità di dare la dovuta attenzione all’aggiornamento professionale, tanto più “nel momento in cui rivendichiamo un ruolo più ampio e sempre più professionale nella tutela della salute”. Il presidente della Fofi ha quindi ricordato le azioni nelle in campo dalla Fofi per rendere l’obbligo formativo più semplice e meno gravoso: “A cominciare dal Dossier federale, che consente una riduzione complessiva di 50 crediti (30 per il triennio 2017-2019 e 20 nel prossimo triennio per chi avrà completato l’obbligo di questo triennio con il 70% di coerenza con il dossier programmato)”.

Mandelli si è però detto consapevole della necessità di vedere il sistema ECM in modo che “riduca il carico burocratico, agevoli il professionista nei processi formativi stabilendo parametri più vantaggiosi nell’attuale sistema di attribuzione dei crediti e consenta una valutazione degli effetti prodotti dal percorso formativo a beneficio degli standard qualitativi delle prestazioni. In tal senso siamo intervenuti sulla Commissione Nazionale ECM”.

 

LA FORMAZIONE UNIVERSITARIA

N’auspicio della Fofi è che “dalla riuscita della sperimentazione della farmacia dei servizi ci auguriamo venga anche una spinta ad accelerare la riforma del Corso di Laurea nel senso che abbiamo da tempo indicato, più orientato cioè alla pharmaceutical care e alla partecipazione ai processi di cura”. A tale riguardo Mandelli ha ricordato che la riforma dell’Esame di Stato è allo studio di un gruppo di lavoro federale che si occupa anche di definire le linee guida per il corretto svolgimento del tirocinio curriculare, garantendo i medesimi standard qualitativi a livello nazionale.

 

OCCUPAZIONE

Il presidente della Fofi ha descritto una situazione cambiata rispetto a qualche anno fa: “Si è infatti creata una evidente disparità tra il Nord, dove a volte si registra una certa difficoltà a reperire collaboratori, e il Mezzogiorno dove invece permane una situazione opposta. Un quadro che inevitabilmente rispecchia le differenti condizioni economiche della rete delle farmacie di comunità. A questa situazione, come rappresentato anche dal Vicepresidente Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri nell’audizione in Commissione cultura della Camera, la Federazione ritiene si debba rispondere con un intervento complessivo sull’accesso al Corso di laurea e sulla struttura del piano di studi, ma certamente la situazione potrà modificarsi in modo sostanziale soltanto attraverso la realizzazione della Farmacia dei Servizi. Un modello, non mi stancherò mai di ripeterlo, basato sul professionista, sul capitale umano, non sui gadget tecnologici”.

Nel frattempo, va avanti l’impegno della Fofi ha cercare di offrire opportunità di lavoro ai farmacisti: “Farma Lavoro, la nostra piattaforma per la ricerca e l’offerta di personale, a novembre vede 25.480 registrazioni al portale, 12.443 inserzioni pubblicate da farmacie, parafarmacie e aziende e il numero delle persone che hanno concluso positivamente la loro ricerca grazie alla piattaforma ha toccato quota 1000. E’ dunque uno strumento sempre più usato, come provano gli oltre tre milioni di sessioni e i 16,5 milioni di pagine lette, del quale possiamo senz’altro essere soddisfatti e che dobbiamo continuare a diffondere tra i colleghi”.

 

LE FUNZIONI DEGLI ORDINI

Nella relazione di Mandelli non è mancata un’attenzione all’aumento delle funzioni amministrative e gli obblighi degli Ordini: “Basti pensare al Piano anticorruzione o ad adempimenti come la valutazione dello stress lavoro-correlato dei dipendenti, la gestione della fatturazione elettronica, la digitalizzazione degli archivi o, ancora, le sempre maggiori responsabilità dell’Ordine nella gestione dell’ECM, la tenuta dell’elenco delle società proprietarie di farmacie e tanti altri aspetti che non elenco ora. A questo si aggiunga che ancora mancano all’appello i decreti applicativi della Riforma degli Ordini delle professioni sanitarie approvata nel gennaio 2018, che avranno anch’essi un riflesso sul carico di lavoro”.

Per Mandelli la strada da intraprendere per la stabilità degli Ordini è una spinta alla centralizzazione delle funzioni amministrative e burocratiche, mettendole in comune tra più enti. “La possibilità di ricorrere a forme di avvalimento che abbiamo ottenuto fosse inserita nella Legge Lorenzin è la chiave per ottenere questo risultato, per liberare i Consigli da incombenze burocratiche e far fare un salto di qualità e quantità all’attività politica e istituzionale degli Ordini sul territorio”.

 

Fonte: IlFarmacistaOnLine

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