Carenza farmaci. “Fenomeno in crescita in tutta Europa”. Ecco la ricetta in 5 mosse del Pgeu per contrastarlo

Porre le esigenze dei pazienti al primo posto nello sviluppo di politiche aziendali, leggi nazionali e strategie che possano influenzare l’offerta tempestiva e adeguata di farmaci

A cura di Redazione Farmalavoro

La questione della non reperibilità dei farmaci è un fenomeno in aumento sia come estensione negli Stati Membri dell’UE sia in riferimento alle tipologie di farmaci interessati da scarsa o nulla disponibilità. A lanciare l’allarme è il Pgeu, l’Associazione dei farmacisti e delle farmacie dell’Unione europea, nel Position Paper on Medicine Shortages, nel quale viene analizzato il fenomeno e la diffusione delle carenze di medicinali e vengono suggerite alcune possibili soluzioni al problema.
 
Il Pgeu, da diversi anni, sta conducendo un sondaggio per monitorare l’aumento delle carenze di farmaci in Europa e per comprenderne l’impatto sulla pratica quotidiana in farmacia. Nel 2018, tutti i paesi membri che hanno risposto (21) hanno dichiarato di aver avuto carenze di farmaci negli ultimi 12 mesi e il 38% ha indicato che la situazione era peggiorata rispetto all’anno precedente. Ad esempio, in Portogallo, l’Associazione Nazionale delle Farmacie (ANF) ha registrato un aumento del 32,8% dei medicinali carenti rispetto al 2017. Le origini del problema possono essere molteplici, ma, in generale, le carenze di farmaci sono generalmente il risultato della concomitanza di ragioni economiche, produttive o normative.

Attualmente, si spiega, “i farmacisti di comunità sono ancora in grado di assicurare la continuità delle cure, riuscendo a minimizzare l’impatto sullo stato di salute dei loro pazienti nella maggior parte dei casi. Tuttavia, è necessario supportare ulteriormente i farmacisti nel loro ruolo chiave, rimuovendo diversi ostacoli”.

La strategia del Pgeu per affrontare in modo efficace il problema della carenza dei farmaci è delineata in cinque punti:
1. Garantire la disponibilità: tutte le parti interessate e i governi devono porre le esigenze dei pazienti al primo posto nello sviluppo di politiche aziendali, leggi nazionali e strategie che possano influenzare l’offerta tempestiva e adeguata di farmaci. Allo stesso modo, deve essere assicurato il rispetto delle leggi europee e nazionali relative agli obblighi di servizio pubblico per gli attori della supply chain.

2. Ampliare la competenza professionale: le competenze professionali dovrebbero essere estese quando i farmaci scarseggiano, in modo che i farmacisti possano utilizzare le loro conoscenze per gestire al meglio l’assistenza ai pazienti e garantire la continuità del trattamento. Strumenti di comunicazione elettronica condivisi offrono l’opportunità di una collaborazione efficace e più stretta con chi prescrive al fine di garantire la continuità delle cure e la sicurezza dei pazienti.

3. Migliorare la comunicazione: occorre creare strumenti di comunicazione efficaci tra tutti gli attori della filiera e le autorità nazionali competenti, per garantire che i farmacisti ricevano informazioni tempestive sulle (previste) carenze di farmaci.

4. Compensare l’impatto economico: l’impatto finanziario negativo delle carenze di farmaci sui pazienti dovrebbe essere rimborsato in maniera adeguata. L’investimento in risorse da parte di farmacisti e farmacie dovrebbe essere ugualmente riconosciuto e valutato.

5. Sviluppare sistemi di gestione efficaci: è necessaria una stretta collaborazione tra gli Stati dell’UE e l’Agenzia europea per i medicinali (Ema), in particolare per migliorare la segnalazione, il monitoraggio e la comunicazione sulle carenze di medicinali. A livello nazionale, occorre sviluppare modelli di collaborazione più strutturali, tempestivi e trasparenti tra gli attori della supply chain e le autorità nazionali competenti, al fine, da una parte, di aumentare l’efficienza e l’efficacia delle operazioni di notifica e valutazione delle carenze e, dall’altra, di consentire ai farmacisti di ridurne l’impatto sui pazienti.

 

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