Farmacisti ospedalieri chiedono standard comuni europei per la loro formazione: “Una garanzia per i pazienti”

uesta volontà comune è emersa nel corso del recente meeting di Barcellona che ha riunito le associazioni europee della categoria

A cura di Redazione Farmalavoro

Si è tenuto nei giorni scorsi a Barcellona, nell’ambito del suo 24° congresso europeo, un meeting che ha riunito il Board dell’Associazione Europea dei Farmacisti Ospedalieri (EAHP), il Gruppo di lavoro 3 di EAHP (European Association of Hospital Pharmacists) e le Autorità nazionali di 11 Paesi membri.
 
Obiettivo del meeting, spiega una nota della Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo), quello di “discutere su come poter lavorare insieme per l’adozione di un quadro di conoscenze comune per la formazione del Farmacista ospedaliero (Common Training Framework-CTF) e per il mutuo riconoscimento, tra le nazioni, delle scuole di specializzazione in Farmacia Ospedaliera con la possibilità per gli specializzandi di svolgere esperienze di formazione internazionali in contesti europei”.
 
Presenti in delegazione per la Sifo erano Maria Grazia Cattaneo (Vicepresidente Sifo) e Piera Polidori (Consigliere Sifo e membro del board EAHP). Per le università ha assicurato la propria partecipazione Nicola Realdon (Presidente della Conferenza dei Direttori scuole di specialità in farmacia ospedaliera italiane).
 
Il meeting, sottolinea ancora la Sifo, si è inserito in un percorso tracciato già da tempo: il progetto di un CTF prende infatti il via nel 2014 su spinta del progetto Pharmine e dell’emendamento alla Direttiva Europea 2005/36/EC sulla qualificazione professionale, che, attraverso l’introduzione dell’articolo 49 ha reso possibile impostare un Common Training Framework per le diverse specializzazioni.
 
La motivazione principale per la creazione di un quadro di formazione comune (CTF) per la specializzazione in farmacia ospedaliera è quella di “migliorare la qualità, la sicurezza e l’equità di accesso all’assistenza per i pazienti in ogni paese europeo”.
 
Sottolineando questa motivazione, ha commentato il Presidente EAHP, Petr Horák al termine dei lavori, “sono cinque i vantaggi chiave che evidenziano perché un CTF è così importante: il beneficio per il paziente, il miglioramento della mobilità del lavoro e i vantaggi che ne derivano, un punto di riferimento per tutti i paesi europei, uno strumento strategico fondamentale per la realizzazione delle dichiarazioni europee della farmacia ospedaliera e il coronamento di decenni di attività dell’EAHP a favore dei suoi membri. Il quadro CTF sosterrà quindi l’innalzamento degli standard nella pratica delle farmacie ospedaliere e ne migliorerà la qualità, la sicurezza e l’equità di accesso all’assistenza ai pazienti in ogni paese europeo”.
 
Abilitato dalla direttiva sulle qualifiche professionali, EAHP ha istituito negli ultimi anni alcuni gruppi di lavoro guidati da un comitato direttivo e li ha incaricati della costruzione di un quadro di formazione comune per far avanzare la mobilità del lavoro per i farmacisti ospedalieri e per stabilire un punto di riferimento europeo per la specializzazione a farmacista ospedaliero.
 
Uno di questi (Working group 2) ha realizzato con il coordinamento del past-President EAHP Roberto Frontini, un sondaggio europeo sulla mobilità dal quale si registra che complessivamente, l’85% dei farmacisti ospedalieri e dei direttori di farmacia ospedaliera, sostengono l’importanza della creazione di un quadro di formazione comune per la specializzazione in farmacia ospedaliera.
Secondo i farmacisti ospedalieri, i principali benefici ottenuti dalla creazione di un nuovo strumento per il riconoscimento automatico della specializzazione transfrontaliera in farmacia sarebbero: sviluppo professionale, facilitazione dello scambio di competenze, standardizzazione della qualità dell’istruzione e maggiori opportunità di mobilità.
 
Il meeting di Barcellona 2019 ha indicato le direzioni di lavoro dei Working group per il prossimo periodo. In particolare il gruppo di lavoro CTF 3, ha spiegato Maria Grazia Cattaneo, membro del WG3, ha il compito di lavorare “a stretto contatto con le società scientifiche nazionali associate (tra cui SIFO), per discutere di CTF e mantenere informate le autorità nazionali competenti dell’avanzamento del progetto e del quadro finale. Inoltre, i membri di questo Gruppo di lavoro stanno lavorando per aggiornare regolarmente il sito web del CTF e creare altri materiali informativi utili”.
 
Piera Polidori, che rappresenta la SIFO quale membro del board EAHP e  Director of Education, Science and Research della Società europea, ha sottolineato che “la Società europea dei farmacisti ospedalieri ritiene che vi sia un chiaro vantaggio per i sistemi sanitari e per i pazienti aumentando e migliorando lo scambio di informazioni e competenze”.
 
Sui vantaggi per i sistemi sanitari e per i pazienti ha concordato, nel suo intervento, anche Nicola Realdon sottolineando che, attualmente, “i piani formativi previsti nel percorso quadriennale della Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera prevedono già la quasi totalità degli ambiti formativi utili all’implementazione di un quadro di formazione comune europeo al fine di garantire la qualità, la sicurezza e l’equità di accesso all’assistenza per i pazienti. Pertanto, le scuole di specializzazione in Farmacia Ospedaliera italiane sono sostanzialmente già nelle condizioni di entrare nel percorso di reciproco riconoscimento delle specializzazioni, in via di definizione attraverso l’adozione del quadro di conoscenze comune per la formazione del Farmacista ospedaliero delineato dal CTF”.
 
Al termine dei lavori di Barcellona, la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Territoriali delle Aziende sanitarie, attraverso la Presidente Simona Serao Creazzola, ha detto che “il prossimo ulteriore importante passo è ora far sì che le Autorità nazionali – per l’Italia, il MIUR – registrino la Scuola di specializzazione in Farmacia Ospedaliera nel Regulate Professions Database della Commissione Europea, così che l’iter di riconoscimento possa procedere in modo efficace, a beneficio ultimo dei pazienti”.

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