Hiv. Il telefono Verde dell’Iss compie 30 anni: utenti meno giovani e più disinformati

Tre decenni di attività che anno permesso agli utenti di ottenere risposte di esperti a due milioni di domane, 800 mila le consulenze portate a termine

A cura di Redazione Farmalavoro

Oggi compie trent’anni e, dalla sua nascita, ha risposto a 2 milioni di domande, svolgendo quasi 800 mila interventi di counselling. È questo il bilancio dell’attività del Telefono Verde Aids e Ist. Ma, negli ultimi tempi, il profilo dell’utente medio si sta modificando: chi alza la cornetta per chiedere aiuto è sempre meno giovane e poco informato sui temi della prevenzione .
 
In più, circa la metà di coloro che chiamano dicendo di aver avuto un comportamento a rischio, non ha eseguito il test dell’Hiv. Il numero delle richieste di consulenza legale resta constante. Per approfondire queste tematiche l’Istituto Superiore di Sanità, Iss, ha realizzato un opuscolo informativo “La bussola”, che descrive tutti i diritti delle persone sieropositive. Ci si riferisce in particolare a discriminazione sul posto di lavoro, violazione della privacy e accesso alle cure.
 
I numeri dell’attività del Telefono Verde
Ogni giorno, gli interventi di counselling degli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 50. A contattare il servizio sono in maggioranza gli uomini, che rappresentano il 75,4% del totale. Poco più della metà, il 56,8%, dichiara di aver avuto rapporti eterosessuali. I giovani appartenenti alla fascia di età compresa tra i 25 e i 39 anni sono il 57%.

“Proprio i dati del Telefono Verde dimostrano come sia sempre più importante elevare il livello di consapevolezza sui comportamenti corretti in materia di salute – ha commentato Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – La disinformazione nel corso di questi trent’anni è passata dall’11,4% rilevato nel primo decennio al 13,6% rilevato negli ultimi anni. Relativamente all’Hiv, per esempio, in 12 telefonate su cento effettuate da persone di tutte le età emerge ancora che il rischio di contrarre l’infezione sia legato a baci, zanzare e bagni pubblici. La richiesta costante di informazioni su tematiche legali, inoltre, ci ha convinti a produrre, proprio in quest’occasione uno strumento informativo di orientamento per la tutela dei diritti delle persone con HIV nell’ottica anche della tutela del diritto all’accesso alle cure”.
 
“Le chiamate in diminuzione riguardano, rispetto soprattutto ai primi anni dell’epidemia, sia le donne, 33% nel decennio 1987-1997 scese al 13,9% nel decennio 2007-2017, sia i giovani che sono passati dal 23,3% nel decennio 1987-1997 all’11,9% nel decennio 2007-2017 – ha aggiunto Anna Maria Luzi, Direttore dell’Unità Operativa Rcf – all’interno della quale si colloca il Telefono Verde – le prime perché probabilmente hanno un accesso facilitato ai servizi di prevenzione territoriali per la salute della donna, i secondi perché sembrano prediligere altri canali informativi, quali internet e per questo dal 2013 l’attività di counselling telefonico è integrata dal sito www.uniticontrolaids.it. Ciò fa sembrare che sottovalutino i rischi di infezione legati all’attività sessuale”.
 
Le domande più frequenti
“In generale – ha continuato Luzi – i quesiti hanno riguardato soprattutto le modalità di trasmissione dell’Hiv (25,8%) e le informazioni relative ai test (22,1%). Un’ulteriore analisi statistica relativamente all’arco temporale febbraio 2011 – maggio 2017 periodo che vede la rilevazione dell’informazione sul test Hiv, ha evidenziato che nel 74,8% delle telefonate (pari a 74.415 telefonate su un totale di 99.392) è stata posta attenzione sul test Hiv, rilevando che nel 50% dei casi il test non è mai stato eseguito. Dall’analisi dei dati relativi all’esecuzione del test emerge ulteriormente che l’esame è stato effettuato per motivazioni indipendenti dal comportamento a rischio, in una proporzione di telefonate pari al 2% (interventi chirurgici-0,1%, gravidanza-0,4% o durante una donazione di sangue-1,5%)”.
 
Alto il numero di infezioni da Hiv, bassa la percezione del rischio
“Da tutto questo – ha detto Gianni Rezza, Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss – si evidenzia una percezione del rischio notevolmente abbassata nonostante resti rilevante il numero delle nuove diagnosi di infezione da Hiv segnalate dal Sistema di Sorveglianza Coa/Iss che risultano essere nel 2015 pari a 3.444 nuovi casi con l’incidenza più alta osservata tra le persone di 25-29 anni che rappresentano anche la fascia di età in cui è più alta la disinformazione tra gli utenti del Telefono Verde”.
 
Inoltre, dall’analisi dei quesiti emersi durante gli interventi di counselling le infezioni sessualmente trasmesse, in generale, sembrano destare meno attenzione da parte degli utenti del Telefono Verde nonostante il Sistema di Sorveglianza Sentinella del Coa/Iss ne abbia registrato un aumento progressivo (le segnalazioni hanno subito dal 2005 al 2014 un incremento pari al 33,2%) che ha colpito soprattutto le donne.
 
“Serve una maggiore consapevolezza fra i giovani nell’evitare comportamenti sessuali sbagliati perché questo ha a che fare con il loro futuro – ha concluso Ricciardi – Si pensi alla Clamydia che ha la più alta prevalenza tra le giovani donne tra i 15 e i 24 anni, un’infezione che può comportare conseguenze sulla salute della donna e arrecare notevoli danni alla sua fertilità”.
 
Che cos’è il Telefono Verde Aids e Ist
È un servizio, gratuito e anonimo per il cittadino, che consente di dare risposte (sia in italiano, sia in inglese) ai bisogni informativi della persona-utente, di inviarla laddove necessario ai Servizi di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza presenti sul territorio, disponendo di un archivio informatizzato di oltre 2 mila strutture (centri di diagnosi e cura delle malattie infettive, consultori, centri per le infezioni a trasmissione sessuale, associazioni di volontariato, Ong). Il tutto grazie ad una presenza, dal lunedì al venerdì, dalle ore 13 alle ore 18 degli esperti del Telefono Verde 800 861061.

 

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