“L’Amiot (Associazione Medica Italiana di Omotossicologia) – ci scrivono dall’Associazione – tiene a sottolineare, in relazione all’articolo pubblicato sulla vostra testata sulla distribuzione di farmaci omeopatici agli abitanti dei centri terremotati, che ormai sono molte le evidenze scientifiche – pubblicate su riviste indicizzate peer-review e facilmente accessibili – a comprova dell’efficacia della medicina dei bassi dosaggi, il cui paradigma terapeutico – è bene ricordarlo – è oggetto da anni di apposite linee guida emanate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed è riconosciuto come atto medico dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici”.
“Molte sono inoltre le occasioni in cui queste evidenze sono state discusse – sostengono dall’Amiot -, e l’acredine pregiudiziale che traspare dall’articolo – che dà voce solo a persone notoriamente ostili alle medicine complementari, e che non perdono occasione, neppure dinnanzi a una tragedia quale è quella del terremoto, di ribadire il proprio forte pregiudizio anti-scientifico – appare francamente sconcertante, oltre a non tenere minimamente conto di tali evidenze, ormai acclarate”.
“Lo scorso maggio – proseguono dall’Associazione -, ad esempio, è stata presentata a Milano l’ultima edizione del volume “Low Dose Medicine – Omeopatia e Omotossicologia – Le Prove Scientifiche” (GUNA Editore) che contiene i più recenti risultati della ricerca scientifica in questo settore: sono stati spiegati i meccanismi d’azione dei medicinali “low dose” e illustrati gli sviluppi che, da queste ricerche, stanno scaturendo in termini di cura per molte patologie, come ad esempio la psoriasi, la vitiligine e la corioretinopatia sierosa centrale.
“Ormai sono numerosi – afferma Paolo Roberti di Sarsina, dell’Osservatorio Metodi per la Salute dell’Università di Milano -, nonostante i pregiudizi e l’assenza di finanziamenti per la ricerca, gli studi scientifici pubblicati sulla banca dati PubMed che confermano la superiorità delle Medicine Non Convenzionali rispetto al placebo”.
“In Italia – ci scrivono ancora dall’Amiot – i farmaci omeopatici sono parte della categoria dei farmaci non convenzionali per la cura delle malattie (si tratta di farmaci, così classificati dalla Direttiva Europea sul farmaco, non di “rimedi”) che vengono impiegati con successo da 11 milioni di italiani e prescritti da 20.000 medici iscritti all’Albo, segno di una vera e propria apertura alla medicina complementare per la cura e per la prevenzione delle malattie e per il mantenimento in buon equilibrio dell’organismo”.
“L’Amiot – concludono – è convinta del fatto che la medicina dei bassi dosaggi può essere “pericolosa” solo nel momento in cui viene utilizzata da “mani non mediche”: l’Associazione ha quindi come priorità la formazione e valorizzazione di una classe medica di professionisti in grado di utilizzare al meglio le metodiche della medicina complementare”.