“Malattie oncologiche, metaboliche, epatiche, endocrine, infettive e persino il virus Ebola fanno un po’ meno paura grazie ai farmaci biotech, che rappresentano uno tsunami di innovazione. Nel mondo sono il 20% di quelli in commercio, il 40% dei nuovi autorizzati e il 50% di quelli in fase di sviluppo”. Ma anche l’Italia gioca un ruolo da protagonista. Nel nostro Paese operano 200 aziende con 4.000 addetti. Sono 145 i medicinali biotech disponibili e 303 i progetti. Gli investimenti sono in crescita, nel 2013 +3,3% rispetto al 2012 con 563 mln e lo stesso vale per il fatturato che è aumentato del 4,3% sull’anno precedente attestandosi alla cifra di 7,3 miliardi di euro. Questi alcuni numeri che emergono dal quarto “Rapporto sulle biotecnologie del settore farmaceutico in Italia – 2015” realizzato da Farmindustria in collaborazione con Ernst & Young e presentato oggi a Roma. Un rapporto che mette in risalto la crescita del comparto.
Biotech sempre più legato al farmaco. Le aziende biotech in Italia sono 199, con investimenti pari a 563 milioni nel 2013 (+3,3% rispetto al 2012), fatturato di 7.302 milioni (+4,3% rispetto al 2012) e circa 4.000 addetti (in linea con il 2012). Rispetto al totale di 199: 66 sono imprese del farmaco con un fatturato pari a € 7.121 milioni, investimenti in R&S di € 497 milioni e 2.850 addetti in R&S. Rappresentano l’86% in media del valore del comparto. Mentre 133 sono altre biotech (aziende, per esempio, che si occupano solo di biotecnologie). Hanno un fatturato di circa € 181 milioni, investimenti in R&S biotech per € 66 milioni e 1.048 addetti.
“L’industria farmaceutica – sottolinea il Rapporto – in questi anni ha svolto un ruolo davvero prezioso, rappresentando un punto di riferimento per la crescita, grazie agli ingenti investimenti nel biotech, all’occupazione qualificata e alla capacità di aumentare l’export. È quindi un fiore all’occhiello del made in Italy che va salvaguardato attraverso politiche stabili per favorire gli investimenti. Per vincere la competizione internazionale è necessario: porre la giusta attenzione al valore industriale della farmaceutica e riconoscere l’innovazione”.
La distribuzione geografica delle imprese del farmaco biotech. In Lombardia la metà delle aziende. I farmaci biotecnologici contribuiscono anche allo sviluppo sociale, scientifico ed economico dei singoli territori. Tra le Regioni, la Lombardia occupa il primo posto per numero di imprese del settore del Farmaco biotech (90 strutture), seguita da Lazio (37), Toscana (26), Piemonte (22) ed Emilia Romagna (21).
Dal tumore al colon retto, alla sclerosi multipla. Ecco alcuni esempi di farmaci biotech.
Tumore al colon retto: è il quarto tipo del cancro al mondo, che colpisce soprattutto gli over 65. Sono presenti oltre 1 milione di nuovi casi l’anno, 250.000 solo in Europa. In Italia rappresenta il 13,2% di tutti i tumori diagnosticati. Mentre nell’epoca “pre–biologica” la sopravvivenza delle persone in stadio avanzato era inferiore all’anno, ora i pazienti possono beneficiare di un allungamento della vita e, in alcuni casi, arrivare alla guarigione completa, anche in presenza di metastasi non operabili.
Sclerosi multipla: colpisce il sistema nervoso centrale, il midollo spinale e il nervo ottico. Con 68.000 persone affette, l’Italia è il terzo Paese in Europa per numero di malati, preceduto da Germania (130.000) e Gran Bretagna (100.000). Da poco tempo i pazienti italiani possono avvalersi di un nuovo anticorpo monoclonale che interagisce con le cellule del sistema immunitario responsabili dell’attacco al sistema nervoso centrale, la cui efficacia si protrae anche negli anni successivi al trattamento (al momento il massimo periodo di osservazione degli studi è di 5 anni).
Mieloma multiplo: colpisce il midollo osseo ed è diffuso soprattutto tra gli over 65. Ogni anno in Italia si diagnosticano oltre 3 mila casi, con un’incidenza lievemente maggiore negli uomini. Negli ultimi anni si è avuto un incremento del numero di casi, forse legato al progressivo aumento dell’età nel mondo. Recentemente un nuovo farmaco biologico ha ottenuto l’approvazione per il trattamento del mieloma multiplo refrattario e la designazione di farmaco orfano.
Sindrome miastenica di Lambert-Eaton: Si stima che nel mondo questa malattia rara colpisca 1 persona ogni 250.000/333.000. La sindrome, può compromettere le attività quotidiane e di conseguenza la qualità della vita del paziente. Recentemente è stata concessa l’AIC (Autorizzazione all’Immissione in Commercio) a un medicinale biologico, che ha ricevuto anche la designazione di farmaco orfano, che migliora la forza e l’ampiezza della risposta muscolare a riposo del paziente.
Le terapie avanzate. Un esempio di un successo “made in Italy”. ”I medicinali per le terapie avanzate sono una nuova categoria di farmaci biologici, basati su materiale genetico, cellule e tessuti, che si sono dimostrati efficaci nella cura di diverse patologie. Si dividono in farmaci di terapia genica, terapia cellulare somatica e ingegneria tissutale. I progetti di ricerca di aziende biotech sono oggi 21: di questi 11 riguardano la terapia genica, 6 la terapia cellulare e 4 la medicina rigenerativa. Se i progetti di terapia genica e di terapia cellulare si indirizzano soprattutto in ambito oncologico, la medicina rigenerativa è più orientata verso la dermatologia. Nel dicembre 2014, l’EMA (European Medicines Agency) ha approvato il primo prodotto di ingegneria tissutale per la riparazione della cornea. Un successo del network di origine italiana. Italiana è infatti la ricerca accademica che lo ha generato. Sono italiani i centri chirurgici oculistici che hanno condotto i primi test clinici. È italiana la biotech che lo produce e ne ha sviluppato la “versione farmaceutica”. È infine italiana l’azienda farmaceutica che ha capitalizzato lo spin-off, finanziato lo sviluppo, generato i dati clinici, curato l’iter regolatorio e che commercializzerà il prodotto”.
L’impegno delle aziende per le malattie neglette. “Le malattie neglette – si legge nel Report – secondo l’OMS sono 17, trasmesse da insetti o dal contatto con acque contaminate e provocano ritardi dello sviluppo intellettuale e cognitivo. Colpiscono circa un miliardo di persone in 149 Paesi. Grazie all’impegno delle imprese del farmaco, sono stati potenziati i programmi di trattamento e profilassi per alcune malattie neglette”.
La sfida di Ebola. “Il 2014 è stato l’anno del virus Ebola – rimarca il Rapporto – , un’epidemia ben superiore a tutte le precedenti, che ha ucciso migliaia di persone in Africa, ed ha raggiunto anche Europa e Stati Uniti. C’è in atto una “gara” tra ricercatori e governi per trovare una soluzione. Sul fronte dei vaccini, quello studiato e testato all’inizio in laboratori italiani, è attualmente in fase di sviluppo clinico. E grazie al biotech si sta lavorando intensamente anche sul fronte delle cure. Un farmaco antivirale già usato come trattamento influenzale lo scorso anno in Giappone sta mostrando di dimezzare la mortalità nei pazienti con bassi o moderati livelli di virus Ebola in circolo, suggerendo un possibile utilizzo nelle fasi iniziali della malattia. E allo studio ci sono altre ipotesi di trattamento”.