FarmacistaPiù. “Un congresso che sancisce l’evoluzione del ruolo del farmacista”. Intervista al presidente Andrea Mandelli

Così il presidente Fofi anticipando i contenuti del convegno che si terrà dal 5 al 7 novembre.

A cura di Redazione Farmalavoro

Si avvicina l’ottava edizione di FarmacistaPiù, il Congresso nazionale dei farmacisti italiani organizzato da Fondazione Cannavò, Federfarma e Utifar con il patrocinio della FOFI, che si svolgerà, in modalità digital, dal 5 al 7 novembre. Negli anni il Congresso ha conosciuto un successo crescente e ha sempre suscitato l’interesse della professione, del mondo sanitario e della politica. Quest’anno l’evento assume un valore ancora maggiore, perché si è alla vigilia di una nuova stagione per il Servizio Sanitario nazionale e per il ruolo di primo piano che i farmacisti hanno avuto nella gestione della pandemia e non solo.

Del resto, il titolo di questa edizione è quanto mai efficace nel riassumere tutti questi aspetti: “La resilienza della sanità italiana-Evoluzione professionale del farmacista e funzione della farmacia per il rilancio della sanità, delle cure di prossimità e dei modelli assistenziali” (leggi qui il programma completo).

Ne parliamo con Andrea Mandelli, presidente della FOFI e del Congresso.

 

Presidente, quale aspetto sarà al centro di questo Congresso?

Indubbiamente l’enorme evoluzione del ruolo dei farmacisti in questi due anni. Da una parte il farmacista di comuntà si è confermato come il primo riferimento per i cittadini, il più accessibile in tutte le situazioni, dall’altra i farmacisti ospedalieri hanno confermato quanto sia strategica la loro funzione per il funzionamento di strutture altamente complesse come gli ospedali, ma anche in funzioni strategico quali l’industria e la distribuzione. Non sono mai mancati, sul territorio e in ospedale né farmaci né presidi e questo lo si deve ai farmacisti. Sulla base di questa centralità, che ha significato affrontare e risolvere situazioni inedite, dalla questione dei DPI alla preparazione dei vaccini COVID, alla digitalizzazione delle prescrizioni e tante altre ancora, è venuta l’attribuzione di nuove funzioni, di nuovi compiti. I farmacisti, sul territorio, oggi possono vaccinare contro il SARS CoV-2 e contro l’influenza, stanno svolgendo gran parte dell’attività di screening con i tamponi rapidi, e non dimentichiamo che hanno contribuito far decollare il FSE. Fino a non molto tempo fa, in base alla lettera della legge, non potevamo nemmeno usare il pungidito sul paziente che si rivolgeva a noi per i test di prima istanza. Un cambiamento enorme, lo ripeto, e questo ha conseguenze immediate anche per la resilienza della sanità italiana richiamata dal titolo del Congresso.

In che termini?

Innanzitutto dobbiamo continuare a presentare proposte concrete per la trasformazione dell’assistenza sanitaria. Questo in vista dei progetti previsti in seno al PNRR, con il finanziamento dell’Unione Europea, ma anche alla luce della crescita della dotazione del Fondo sanitario nazionale che, come annunciato dal Ministro della Salute Roberto speranza, chiude con la stagione dei tagli al SSN. Oggi quindi si deve aprire, come da tempo ripetiamo, la stagione dell’investimento in salute, in obiettivi chiari da tempo come la presa in carico dei pazienti cronici sul territorio, la realizzazione non soltanto della prossimità delle cure, ma anche della prossimità della prevenzione, attraverso le campagne di screening e quelle vaccinali. E tutto questo chiama in causa la nostra professione: la stabilizzazione del modello della farmacia dei servizi sul territorio così come il potenziamento dell’organico dei farmacisti ospedalieri, perché l’accelerazione dell’innovazione farmacologica, la sempre maggiore complessità dei processi di cura lo esigono.

E il Congresso sarà il momento della proposta?

Sicuramente, ma mai come in questa fase alla proposta devono accompagnarsi l’analisi di quanto avvenuto e l’ascolto della voce dei territori e delle diverse realtà professionali. Come consuetudine del nostro Congresso, si è dato il necessario risalto anche alle tematiche scientifiche e all’aspetto sociale dell’attività del farmacisti, come nel caso della lotta contro la violenza domestica durante la pandemia, che ha visto l’impegno di tutti noi. Non era semplice mettere a punto un programma che contemperasse tutte queste esigenze, riunendo oltre 150 relatori e offrendo contestualmente a tutte le componenti professionali che ne hanno fatto richiesta spazi autogestiti. E’ doveroso ringraziare il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente della Fondazione Cannavò e del Comitato scientifico per aver centrato l’obiettivo anche quest’anno. E naturalmente va ringraziata anche Edra per il puntuale supporto organizzativo.

Un ultimo commento sulla scelta dell’edizione digital?

E’ stata una scelta dettata in parte dalla prudenza, com’è ovvio, in parte dal grande successo riscosso dalla scorsa edizione, dove ai diversi eventi on line hanno partecipato più di 10.000 colleghi. Ma anche dalla circostanza, sotto gli occhi di tutti, che i colleghi sono più che mai impegnati sui loro luoghi di lavoro, e l’uso delle piattaforme informatiche in questo caso non può che favorire la partecipazione. Spero che presto si possa tornare a incontrarci tutti di persona. Quando questo succederà sarà grazie anche al lavoro che i colleghi hanno svolto e stanno svolgendo senza sosta al servizio della collettività e per il quale li ringrazio anche in questa occasione. Vi aspettiamo! 

 

Fonte: IlFarmacistaOnline

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