“Una delle nostre vittorie più nette. Sicuramente uno dei nostri contributi più significativi al sistema sanitario italiano e quindi a tutto il nostro paese. Le Farmacie Comunali italiane devono leggere in questo modo quanto contenuto nel Decreto Sostegni a proposito del prossimo coinvolgimento del nostro settore nella campagna vaccinale anti-Covid. Se è vero che nelle prossime settimane la Campagna vivrà un deciso incremento della sua capacità somministrativa, ciò sarà possibile anche grazie alla possibilità offerta ai farmacisti di vaccinare direttamente i pazienti in farmacia”.
È quanto dichiarano Venanzio Gizzi e Francesco Schito, rispettivamente Presidente e Segretario Generale di Assofarm.
“Siamo stati i primi in Italia a volere questo consci della alta funzione di prossimità della farmacia. Siamo stati noi, dal 2018 in poi a proporre con convinzione ed insistenza l’introduzione del Farmacista Vaccinatore, figura che abbiamo mutuato da alcune esperienze molto positive realizzate da diversi nostri partner dell’Unione Europea delle Farmacie Sociali. Certo, il recentissimo Decreto Legge del Governo non ha definito tutti i dettagli, e nelle prossime settimane saremo impegnati a vigilare affinché la riforma rispetti quanto più possibile le prospettive e la valorizzazione piena del potenziale del farmacista. L’impressione però è che questa volta siamo davvero di fronte ad un convinto cambio di considerazione per la nostra presenza nel Ssn. Più convinto e più esplicito di altre volte”.
Non certo meno rilevante è inoltre la presenza di notevoli benefici economici alla farmacia territoriale, anch’essi presenti nello stesso Decreto Sostegni, prosegue una nota di Assofarm. “Ad impressionare più che favorevolmente non è solo il valore delle risorse stanziate (50 milioni di euro quest’anno e 150 nel 2022) – aggiungono Gizzi e Schito – ma soprattutto il fatto che viene riconosciuto alla farmacia la sua capacità di “rafforzare strutturalmente la resilienza, la prossimità e la tempestività di risposta del Ssn alle patologie infettive emergenti e ad altre emergenze sanitarie, nonché per l’attività di somministrazione di vaccini da Sars-CoV-2. Non stiamo insomma parlando di semplici ristori, quanto piuttosto di rinvigorire il sistema di remunerazione delle farmacie convenzionate con il Ssn. Il ché, vale la pena sottolineare, costituirà certamente una buona carta da giocare alla riapertura dei tavoli sulla nuova Remunerazione del farmacista e sul rinnovo della Convenzione.
Quanto sta succedendo in questi giorni – concludono i vertici di Assofarm – è il risultato non solo del rilevante impegno politico che i nostri organi centrali e regionali portano avanti da mesi, ma anche della professionalità che manager e farmacisti delle nostre Associate profondono ogni giorno nelle loro comunità locali. Un grande patrimonio di credibilità guadagnato ogni giorno sul campo, su ogni campo, dai ministeri romani al più piccolo paese di provincia, che oggi ci permetterà di fare la differenza durante la sfida organizzativa più dura mai vissuta dalla storia sanitaria del nostro paese”.
Fonte: IlFarmacistaOnline