Le infezioni da super-batteri potrebbero provocare circa 2,4 milioni di morti in Europa, Nord America e Australia tra il 2015 e il 2050 se non saranno intensificati gli sforzi per arginare la diffusione della resistenza agli antibiotici.
Tuttavia, in tre casi su quattro tali decessi potrebbero essere evitati spendendo appena 2 dollari USA pro capite per attuare misure semplici quali il lavaggio delle mani e una prescrizione più prudente di antibiotici. Un investimento a breve termine volto a contenere la forte diffusione dei batteri resistenti consentirebbe di salvare vite umane e risparmiare denaro nel lungo periodo.
In Italia, la proporzione di infezioni resistenti agli antibiotici è cresciuta da 17% nel 2005 a 30% nel 2015 e potrà raggiungere il 32% nel 2030, se il consumo di antibiotici, la crescita demografica e la crescita economica dovessero continuare a seguire gli stessi trend. La proporzione di antibiotico resistenza in Italia è sostanzialmente superiore rispetto al 17% di resistenza media nei paesi OCSE nel 2015.
In media, 10.780 persone muoiono ogni anno in Italia a causa di un’infezione da uno degli otto batteri antibiotico resistenti. Si stima che entro il 2050, un totale di circa 450 000 persone morirà a causa dell’antibiotico resistenza.
Dati impressionanti (Fonte Ocse, novembre 2018) che anche oggi sono rimbalzati alla cronaca durante il convegno promosso dall’Iss dal titolo: “Implementare il Piano Nazionale per il Contrasto all’Antimicrobico Resistenza nel Servizio Sanitario Nazionale: standard minimi e miglioramenti”, che ha segnato l’avvio di un nuovo protocollo di intervento per cercare di frenare questa, apparentemente inarrestabile, corsa verso una sempre maggiore e pericolosa antibioticoresistenza nel nostro Paese.
Al centro dell’incontro, infatti, il sistema SPiNCAR (Supporto al Piano Nazionale di Contrasto Antibioticoresistenza), un sistema operativo del Servizio Sanitario Nazionale per lo sviluppo degli obiettivi fissati dal Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (Pncar) voluto dal Ministero della Salute che ha come obiettivo primario quello di fissare standard di sicurezza per tutte le strutture sanitarie italiane.
Per lanciare SPiNCAR gli esperti (italiani e internazionali provenienti da Ema, Ecdc e Ocse) riuniti nel Convegno si sono organizzati in gruppi di lavoro per discutere e condividere un questionario che servirà a scattare una fotografia sul reale stato dell’arte delle misure applicate oggi per contrastare l’antibioticoresistenza in Italia e per misurarne i progressi.
“Abbiamo voluto questo piano perché era sempre più necessaria un’azione italiana sinergica e coordinata sull’antibioticoresistenza nel nostro Paese – affermano Claudio D’Amario e Stefania Iannazzo, della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute -. Il nostro obiettivo, attraverso questo sistema, e con un approccio One Health, è quello di arrivare a marzo 2021 con percentuali più vicine a quelle di Paesi Europei più virtuosi oltre che ad una maggiore consapevolezza nei cittadini dell’importanza dell’uso appropriato degli antibiotici”.
Partecipano allo sviluppo del Sistema SPiNCAR l’Istituto Superiore di Sanità, le Regioni, l’Agenzia Sanitaria Emilia-Romagna, l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna e l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, le Università di Torino, Catania e Milano, coordinati tutti dall’Università di Udine coadiuvata dall’Azienda Sanitaria Integrata.
“Con questo Sistema iniziamo ad agire affrontando il problema dell’uso appropriato degli antibiotici negli ambiti umano, animale e ambientale nell’ottica cosiddetta “One Health” – afferma Silvio Brusaferro, Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità e coordinatore dell’Unità di Ricerca di Udine – , svilupperemo, condividendoli, standard ed indicatori che potranno supportare le regioni e le aziende sanitarie nel raggiungere gli obiettivi del piano nazionale. Lo strumento mira prioritariamente a ridurre le differenze esistenti tra le regioni ma anche quelle esistenti all’interno della stessa Regione favorendo il coinvolgimento di tutti gli attori: professionisti, cittadini, imprenditori. Il panel di ospiti internazionali presenti oggi è un forte segnale di attenzione agli sforzi del nostro paese. Grazie alla piattaforma gestita e coordinata dall’Iss, si potranno seguire i progressi in tutto il territorio nazionale.”
Un terzo delle infezioni legate alla resistenza agli antibiotici di tutta Europa avviene in Italia secondo le più recenti stime internazionali basate sui dati della Rete di Sorveglianza Ar-Iss e la situazione, come afferma il Report dettagliato pubblicato oggi proprio da Ar-Iss cambia da area a area nel Paese.
“C’è una differenza nella diffusione dei germi multiresistenti nelle diverse aree del Paese – spiega Annalisa Pantosti del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità -. La Klebsiella resistente ai carbapenemi, per esempio, è più diffusa al Centro Sud mentre nel Nord vi è invece una maggiore prevalenza di Stafilococco Aureo, resistente alla meticillina. Le persone più a rischio sono i maschi e le persone in età avanzata. Solo un’azione omogenea in tutto il Paese è in grado di diminuire contemporaneamente queste infezioni e la mortalità ancora alta ad esse correlate”.
Punto di partenza e specchio delle azioni portate avanti all’interno del Sistema sarà una piattaforma informatica, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, nella quale saranno inseriti i risultati sull’applicazione degli standard che permetterà di capire sia lo stato attuale sia i progressi del programma.
“Alcune Regioni hanno già iniziato a lavorare in questa direzione per contrastare questo che è uno dei più importanti rischi per la Salute Pubblica – afferma Maria Luisa Moro, Direttore Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale Emilia-Romagna -. Il principale compito che porteremo avanti attraverso il Sistema sarà soprattutto quello di promuovere la diffusione di buone pratiche di dimostrata efficacia in tutto il resto del Paese e agire in modo coordinato per diminuire l’antibiotico-resistenza e rendere più sicure le cure ma anche le comunità”.
Diversi esperti che lavoreranno nel Sistema realizzeranno “site visites” per supportare Regioni e Aziende nella realizzazione di misure di prevenzione da adottare per il contrasto alle infezioni ospedaliere e valorizzare le migliori pratiche.