Stop al pagamento obbligatorio dell’Enpaf per chi possiede altra forma previdenziale e per i disoccupati. “In Italia, circa 60000 farmacisti osservano l’art. 53 della Costituzione (tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva) pagando l’ente previdenziale Inps dalla propria busta paga. È doveroso l’intervento dei legislatori per porre fine a questa grave ingiustizia modificando il D.LGS.C.P.S. 13 settembre 1946, n. 233 e separando l’iscrizione all’ordine professionale da quello all’Enpaf”.
Questa la richiesta del comitato “Farmacisti non titolari di farmacia” che, per il prossimo 9 aprile, ha organizzato a Roma una protesta davanti a Montecitorio. Oggi, intanto, è arrivato l’appoggio alla protesta anche da parte del Comitato “Titolari per la riforma dell’Enpaf”. I promotori dell’iniziativa tornano a chiedere al governo di mettere fine all’obbligo di pagamento di quella seconda contribuzione definita una “grave ingiustizia che subiamo ormai da decenni“. In ogni caso, come sottolineato dal comitato organizzatore, la manifestazione del 9 aprile, “non ha nessun colore politico, siamo solo noi farmacisti non titolari a chiedere che venga fermata questa estorsione legalizzata“.