Parafarmacie. De Vito alla Fofi: “Tavolo federale non ci rappresenta”. Mandelli: “Sbagli, nostro è tavolo di tutti i farmacisti”

Il presidente del Movimento nazionale liberi farmacisti scrive al presidente Fofi lamentando che il tavolo sulle parafarmacie abbia disegnato “a priori un percorso”

A cura di Redazione Farmalavoro

Di seguito la lettera che Vincenzo Devito, Presidente MNLF, ha scritto al presidente della Fofi e la risposta di Andrea Mandelli.
 
Egregio Presidente,
mi sono risolto a scrivere a te questa lettera aperta poiché in questo periodo noto troppa confusione e molti che fanno asserzioni a sproposito. Alcune precisazioni e una proposta che sottopongo all’attenzione tua innanzitutto e a quella dei colleghi.
 
Con riferimento alla nostra decisione di non partecipare al tavolo di “concertazione” da te proposto, come per altre sigle, non è una mancanza di rispetto e non significa non riconoscere il ruolo della F.O.F.I.
 
Già in passato questo è avvenuto, e qualcuno nel Comitato Centrale se ne ricorderà. Questo non significa non collaborare su altri temi relativi alla crescita professionale del farmacista o, come da te ultimamente riproposto, lavorare per un sistema retributivo delle farmacie da parte del S.S.N. non più ancorato al solo prezzo del farmaco.
 
Tema da noi, come da altri, sostenuto da tempo. Quando però ci si propone come soggetto terzo a mediare tra posizioni diametralmente opposte non lo si può fare disegnando a priori un percorso, non lo si può fare escludendo soluzioni su cui una parte ha sino a ieri lavorato.
 
Così facendo non si è più terzi, ma si compie una scelta di campo. Perdonami, ma non è difficile asserire che la F.O.F.I. in questi anni non ha mai svolto sul tema delle parafarmacie e più in generale sulla richiesta di maggiore libertà professionale, un ruolo neutrale.
 
Tante sarebbero le attestazioni difficilmente confutabili:  dalle dichiarazioni sul decreto Bersani circa il rischio per la salute dei cittadini, alla raccolta firme in Parlamento di un esponente proprio del Comitato Centrale, al silenzio/assenso rispetto ai tentativi di tornare indietro nel tempo (Disegno di legge Gasparri-Tommassini).
 
Per non parlare del lavoro “dietro le quinte” sul decreto “Cresci Italia” da cui, per scongiurare proprio la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, è stato creato il concorso straordinario che non mi pare abbia dato tutte quelle farmacie allora promesse.
 
Come vedi dunque la nostra scelta, come quella di altre sigle, viene da lontano e non è frutto di “bizzarria politica” ma la risultante di un percorso diametralmente opposto.
 
Noi rivendichiamo e non rinneghiamo di aver sostenuto sin dal primo momento il decreto Bersani, non lo avevamo disegnato noi, ma lo abbiamo difeso immediatamente come un primo spiraglio rispetto ad un sistema bloccato di accesso alla libera professione. Lo abbiamo difeso, mentre voi sostenevate lo sciopero delle farmacie contro quel decreto.
 
Non lo abbiamo fatto solo per chi sino ad allora aveva deciso di aprire quello che chiamavamo “esercizio farmaceutico”, ma lo abbiamo fatto anche per tutti quei colleghi che volevano avere una opportunità diversa nella loro carriera professionale, lo abbiamo fatto per tutti i farmacisti non titolari di farmacia. Il secondo step sarebbe stato la liberalizzazione della fascia C, come parte di un disegno che parlava di libero esercizio della professione.
 
A Rimini, come forse ricorderai, dopo l’approvazione della liberalizzazione della fascia C alla Camera, questo ruolo ci venne riconosciuto dall’immensa folla che partecipò a quell’appuntamento. Oggi qualcuno parla senza mai portare dati certificati, di crisi delle parafarmacie, utilizzando questo tema per giustificare proposte improvvide.
 
Noi gli unici dati che conosciamo sono quelli ufficiali che raccontano un’altra storia e sanciscono una crescita del settore e in particolare delle parafarmacie scorporate dalla GDO. Certo qualcuno non ce l’ha fatta, qualcuno ha chiuso, ma mai nessuno aveva detto che sarebbe stato facile, mai nessuno aveva detto che il “rischio d’impresa” sarebbe stato azzerato.
 
La gestione di qualsiasi attività, come avviene anche per le farmacie, se non legata a parametri di ragionevolezza e fattibilità, porta inevitabilmente al fallimento di quell’impresa.
 
Non per questo chi apre e poi chiude cerca riscatto in soluzioni legislative che lo risarciscono di scelte personali sbagliate. Perché vedi Presidente, tu sei a capo di una organizzazione che deve rappresentare tutti i farmacisti, ma siedi ad un tavolo ove quello che emerge è la voglia di trovare soluzioni o canali preferenziali per chi ha aperto e anche chiuso a danno della maggioranza dei farmacisti non titolari.
 
State cercando soluzioni ove il nodo centrale è la chiusura dell’esperienza delle parafarmacie e quindi anche di quell’opportunità di cui parlavo prima, in cambio di fantasiose soluzioni che con la meritocrazia hanno poco a che vedere.
 
E’ bene che tutti lo sappiano, è bene che lo sappiano i farmacisti titolari che quell’opportunità la vogliono continuare ad avere, ma è bene che lo sappiano anche chi oggi è studente di farmacia, perché anche sulla loro pelle queste scelte vengono fatte. Noi promuoveremo azioni a tutti i livelli contro scelte palesemente incostituzionali.
 
Non c’interessano le accuse di tirare la volata per altri soggetti, sono accuse che ci sono state sempre fatte, accuse che derivano dalla difficoltà di comprendere lo spirito che muove la nostra azione: la domanda di libertà. Tuttavia, è necessario sgombrare il campo dai “ventriloqui” e “falsi profeti”, per cui una proposta vogliamo farla circa il “peso ponderale” di chi si propone a rappresentanza.
 
Certifica tu, in seduta pubblica, aperta, il peso delle sigle che dicono di avere la rappresentanza dei colleghi. Certifica tu attraverso mezzi idonei, la reale volontà di chi s’iscrive ad una sigla piuttosto che a un’altra, non con mezzi inappropriati, ma quelli sanciti dalla legge, ove i dati sono tutelati attraverso un responsabile.  Noi siamo disponibili, siamo pronti e con noi lo sono anche gli oltre 12.000 farmacisti tra titolari di parafarmacia e non titolari che hanno dato la loro firma e sottoscritto i nostri intenti.
 
Un cordiale saluto
 
Vincenzo Devito
Presidente MNLF
 
 
Caro collega,
a tredici anni dalle liberalizzazioni introdotte dalla Legge Bersani, sul tema degli esercizi di vicinato si registra uno scontento generale.
 
Una parte delle associazioni delle parafarmacie lamenta gravissime difficoltà economiche; altre – come la tua – lo negano, ma chiedono un ulteriore allargamento della portata della Legge Bersani; i titolari di farmacia si ritengono danneggiati dall’uscita dei farmaci in libera vendita dal canale farmacia. Persino la GDO non è soddisfatta di quanto ottenuto.
 
La nostra proposta – presentata lo scorso luglio in una manifestazione del movimento che presiedi – di un tavolo tra tutte le associazioni dei farmacisti interessate, mira a mettere a punto attraverso il confronto una soluzione condivisa dai farmacisti coinvolti.
 
E’ un percorso difficile, che richiede tempo e l’impegno di tutti. Ma a mio avviso vale la pena provarci perché la nostra professione lo merita.
 
Questo è lo spirito del tavolo FOFI, lineare e trasparente.
 
Sul tavolo ognuno porta le sue idee e proposte, comprese le nostre che, come sempre, saremo felici di condividere e discutere apertamente.
 
La stessa cosa che chiedo a te.
 
Un cordiale saluto.
 
Andrea Mandelli
Presidente Fofi

 

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