Niente da fare per la proposta che puntava a definire e regolamentare lo status contrattuale ed economico dei laureati in farmacia che afferiscono alle scuole di specializzazione di area sanitaria, equiparandolo a quello dei laureati in medicina. Il subemendamento alla manovra, a prima firma Andrea Mandelli (FI), è stato bocciato ieri notte in Commissione Bilancio alla Camera.
Il testo proposto dal deputato azzurro, nel limite di 150 unità, destinava maggiori oneri non superiori a 4,5 milioni di euro per l’anno 2019, 9 milioni di euro per l’anno 2020 e 13 milioni di euro per l’anno 2021 e 18 milioni di euro a decorrere dall’anno 2022, ai laureati in farmacia ammessi e iscritti alle scuole post-laurea di specializzazione dell’area sanitaria ai quali sarebber così stato applicato, a partire dall’anno accademico 2019-2020 per la durata del corso, il trattamento contrattuale di formazione specialistica già previsto per gli specializzandi medici.
“La normativa da ultimo in vigore, di cui al decreto interministeriale n. 68 del 4 febbraio 2015 di riordino delle scuole di specializzazione di area sanitaria – spiega la relazione al subemendamento – ha previsto l’applicazione di un ordinamento didattico unico, valido sia per i laureati in medicina, che per gli altri laureati di area sanitaria, e regolato l’ordinamento di tutte le scuole di specializzazione di area sanitaria in modo tendenzialmente omogeneo in termini di impegno didattico, durata dei corsi e tirocini pratici”.
Poiché, si spiegava, la preparazione professionale per tutti gli specializzandi farmacisti dell’area sanitaria presuppone un percorso formativo di elevato livello, agli stessi non può non corrispondere un trattamento economico-normativo analogo a quello riservato ai medici. In ossequio al principio di uguaglianza previsto dall’art. 3 della Costituzione, il subemendamento Mandelli aveva l’obiettivo di superare definitivamente la diversità di trattamento economico e contrattuale esistente tra gli specializzandi farmacisti e gli specializzandi medici.
Un superamento che avrebbe fatto da ‘grimaldello’ per poter ottenere, successivamente, lo stesso trattamento contrattuale anche alle altre spcializzazioni di area sanitaria.
Sullo stesso tema, ricordiamo, Mandelli aveva già presentato un disegno di legge lo scorso 19 novembre.
“Abbiamo combattuto fino all’ultimo ieri sera in Commissione Bilancio su questo subemendamento al quale tenevo moltossimo – ha dichiarato Mandelli -. Sono molto rammaricato per la scelta incomprensibile da parte del governo giallo-verde di bocciarlo e perpetuare una differenza di trattamento tra specializzandi medici e specializzandi farmacisti che non ha senso. Anche questi ultimi hanno il pieno diritto a vedersi riconosciuto il loro percorso”.