Promossa a pieni voti. La V edizione di FarmacistaPiù porta a casa il plauso di tutti i principali attori che hanno “movimentato” la due giorni di lavori: Fofi, Utifar, Federfarma e Fondazione Cannavò. Un’edizione che si è contraddistinta per l’unitarietà di tutte le componenti del mondo della farmacia che portano a casa non solo tanti spunti di riflessione, ma anche proposte concrete per non farsi trovare impreparati difronte alle sfide future della categoria.
È quindi un bilancio positivo quello tracciato dal presidente della Fofi Andrea Mandelli.
“La V edizione di FarmacistaPiù è stata senza dubbio un momento di confronto tanto ricco di temi interessanti quanto improntato alla concretezza – ha affermato – grazie alla presenza di tantissimi colleghi che hanno davvero rappresentato tutte le anime della professione, che hanno partecipato attivamente ai lavori congressuali sia nelle sessioni plenarie, sia nei numerosissimi convegni. Ma non solo: abbiamo registrato una presenza della politica e delle istituzioni che conferma come la professione abbia un ruolo rilevante nella tutela della salute e la sua rappresentanza sia un interlocutore di rilievo nella politica sanitaria. Dal Capo di gabinetto del Ministro, al Sottosegretario di Stato alla Salute, al Presidente della 12° Commissione Igiene e Sanità, alla Vice presidente della Commissione Affari Sociali; daiparlamentari di M5S, Lega, Partito Democratico, Forza Italia, Fratelli di Italia,fino al direttore generale di Agenas, al presidente della Sisac, ai rappresentanti di Farmindustria, dell’Industria e della scena sanitaria italiana. E con tutti abbiamo avuto un confronto, come dicevo, approfondito e costruttivo”.
Soprattutto, ha sottolineato il presidente Fofi, è stata una due giorni propositiva: “Usciamo da questo Congresso con proposte concrete per affrontare il cambiamento in atto, non con esercitazioni verbali. Penso alla farmacia dei servizi di cui si sta sempre più precisando la fisionomia, all’obiettivo di standardizzare i servizi cognitivi, come il supporto all’aderenza terapeutica, tanto le prestazioni strumentali. Ma anche il ritorno dell’innovazione farmacologica in farmacia e le attività di formazione aggiornamento che sono indispensabili a questo fine. Insomma, sviluppi concreti che ci permettono di affrontare un futuro non privo di incognite ma nel quale, lo abbiamo misurato anche in questo Congresso, si prospettano aperture significative che sapremo mettere a frutto”.
Infine Mandelli, ha ricordato la sinergia tra Fofi, Utifar e Federfarma che si è concretizzata con questa V edizione del Congresso dei farmacisti italiani: “Volevamo che FarmacistaPiù fosse la ‘casa del farmacista’, una casa aperta a tutti i colleghi e a tutti gli interlocutori. Credo che siamo riusciti a centrare l’obiettivo. FarmacistaPiù è stata la casa di tutti i farmacisti che credono nel dialogo e nella professione. E ancora di più nel futuro di questa professione”.
“Senza enfasi, ma con grande prudenza, possiamo dire che ci siamo attrezzati per governare una fase di cambiamento. Per accompagnare una sorta di riconversione culturale che consiste nel comprendere come la professione del farmacista non possa assolutamente esaurirsi nella pur rilevante attività di dispensazione del farmaco, ma debba proseguire con una attività di sapiente erogazione di servizi cognitivi ad alto livello di specificità e professionalità per la presa in carico del paziente nel percorso di terapia riducendo i livelli di ‘disubbidienza’ e quindi aumentando l’aderenza alle terapie. Con la medesima competenza e consapevolezza il farmacista e la farmacia potranno concorrere al potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale partecipando alle attività di educazione e sensibilizzazione dei cittadini sui corretti stili di vita e di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce di importanti patologie.
È invece ‘moderatamente’ soddisfatto il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente del Comitato scientifico FarmacistaPiù, in ogni caso, i lavori della due giorni congressuale confermano che i farmacisti hanno imboccato la strada giusta.
“Abbiamo esaminato le numerose criticità che ogni giorno di più diventano vere insidie per la professione. Ma abbiamo anche individuato le modalità per un corretto governo dei processi ed elaborato proposte concrete e realizzabili per aumentare il livello di utilità sociale e di riconoscimento istituzionale – ha affermato – dobbiamo dimostrare una maggiore flessibilità culturale che ci mantenga pienamente connessi da protagonisti con un mondo che cambia velocemente con la spinta di una inarrestabile globalizzazione. Il patrimonio dei saperi e delle competenze rappresenta infatti il vero passaporto di ingresso per entrare di diritto in una stagione nella quale tutta la professione, nelle sue differenti e rilevanti posizioni occupate, e la farmacia, che è il presidio socio-sanitario assistenziale dove la professione registra il suo maggior livello di riscontro sociale, possono sintonizzarsi con un mondo che è cambiato e dare un contributo importante per il miglioramento della qualità del servizio e consegnare alla comunità una garanzia di tutele della salute che sia adeguata alle aspettative. Tutti questi argomenti sono stati oggetto, nei due giorni di lavori congressuali, di approfondimenti, confronti e proposte ben documentate. Ma ora – ha aggiunto – credo che dobbiamo proseguire utilizzando un po’ più spesso un pronome e un avverbio: noi e insieme. Dobbiamo quindi abbandonare ogni forma di autoreferenzialità e ostentato individualismo – e soprattutto la strada pericolosa della deriva mercantile del “compri tre e paghi due” che non ci porta da nessuna parte – e dispiegare tutte le energie professionali perché è quello è il passaporto che ci fa entrare in un futuro che è iniziato ieri e che vogliamo e dobbiamo vivere da professionisti. Ora – ha concluso – abbiamo il dovere di spiegare per bene nei territori, a tutti i colleghi, attraverso una sorta di azione di ‘apostolato laico’, il contesto socio-economico nel quale ci troviamo ad operare come operatori della sanità e quali sono le funzioni professionali che ci candidiamo a svolgere. Dipende anche da questa consapevolezza la possibilità di approdare a un nuovo e adeguato sistema di remunerazione che riconosca il valore della prestazione professionale erogata e restituisca sicurezza alla tenuta economica della farmacia”.
“Un bilancio sicuramente positivo dal punto di vista della partecipazione e dei contenuti”. Questo il commento di Eugenio Leopardi Presidente di Utifar.
“Voglio sottolineare due punti in particolare – ha affermato – il primo è che davanti a 24 milioni di pazienti cronici, che molto spesso non assumono i medicinali nel modo corretto, bisogna mettere in piedi una rete di monitoraggio, che assicuri un miglioramento consistente dell’aderenza alla terapia, con evidenti vantaggi per il cittadino e per il Servizio sanitario nazionale. In questo i farmacisti sono pronti a fare la loro parte. Il secondo punto, sul quale voglio puntare i riflettori, sono state le posizioni assunte dal Governo nella persona del Sottosegretario alla Salute Bartolazzi, il quale ha sostenuto che le spese in sanità sono un investimento e non una spesa. Questo è stato un concetto che mi sono permesso di riprendere, auspicando che abbia fine quella rincorsa, da parte delle Regioni, alla molecola che costa di meno”.
“Un’esperienza estremamente positiva. FarmacistaPiù è stata veramente la casa di tutti i farmacisti italiani”. Tira le somme Enrica Bianchi presidente della Fondazione Cannavò. “Abbiamo dimostrato che ci sono progetti su cui lavorare e impegnarci – ha detto – anche perché mai come in questo momento la categoria deve mantenere una grande ‘lucidità’ per dare risposte ai nuovi scenari che si sono profilati e che si stanno profilando. È fondamentale infatti che tutti i colleghi ne prendano coscienza per costruire una strada che ci consenta di prepararci alle sfide future con la professionalità che da sempre ci contraddistingue. La figura del farmacista è una fondamentale per il nostro Servizio sanitario nazionale, e se sta al decisore politico darci gli strumenti adatti per poter svolgere responsabilmente il nostro ruolo di vicinanza al cittadino, sta anche a noi mantenere salda la nostra mission.Di grande positività – ha concluso – è stata inoltre la sinergia tra Fofi, Utifar e Federfarma che abbiamo visto concretizzata in questa V edizione del Congresso dei farmacisti italiani. Una nuova spinta per andare avanti con determinazione”.
Bilancio in positivo per il presidente di Federfarma Marco Cossolo. “Sono molto soddisfatto di quest’edizione di FarmacistaPiù per la grande quantità di spunti di approfondimento emersi in una due giorni densa di convegni, tutti molto interessanti – ha detto – il mondo della farmacia sta cambiando sempre più rapidamente e noi vogliamo gestire questo cambiamento, non subirlo. La capillarità è un valore essenziale e delle nostre farmacie ma da solo non basta più: dobbiamo incrementare la professionalità per rispondere alle nuove esigenze di salute della popolazione che invecchia e alle sfide poste dall’innovazione in sanità. In quest’ottica Federfarma ha voluto stringere un’alleanza strategica con le componenti professionali e tecniche del settore, Fofi e Utifar, da cui la partecipazione del Sindacato a questa quinta edizione della manifestazione. Quest’anno il Servizio sanitario nazionale compie quarant’anni – ha aggiunto – ed è sempre più tangibile una crisi di sostenibilità, come sperimentano quotidianamente i cittadini. La sostenibilità economica è un punto cruciale anche per le farmacie, che possono essere moderne ed efficienti solo con risorse adeguate. Per questo Federfarma ha promosso, in collaborazione con Federfarma Servizi, la nascita di Sistema Farmacia Italia. L’obiettivo è fornire alle farmacie indipendenti strumenti che consentano loro di essere competitive nei confronti delle catene che si stanno formando in seguito alla legge sulla Concorrenza”.