Si avvicina l’apertura dei lavori di FarmacistaPiù. L’evento, giunto alla sua quarta edizione e promosso dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti, si svolgerà quest’anno dal 17 al 19 marzo 2017 presso il Centro Congressi Mi.Co. di Milano. Per fare il punto sul programma abbiamo intervistato il vicepresidente della Federazione dell’Ordine dei Farmacisti Italiani (Fofi), nonché presidente del comitato scientifico di FarmacistaPiù, il senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri.
Senatore, FarmarmacistaPiù è alla sua quarta edizione, quali novità rispetto agli anni precedenti?
Sicuramente anche quest’anno FarmacistaPiù riparte da una certezza: quella di riproporsi come l’assise dei farmacisti italiani il cui obiettivo è quello di aprire e approfondire un confonto non solo interno alla categoria, ma allargato anche agli stakeholders e alle Istituzioni per definire la rotta della politica professionale. Rispetto alle scorse edizioni, quest’anno invertiremo però la piramide.
Si spieghi meglio.
Quest’anno troveranno molto spazio la presenza e le proposte avanzate dal territorio. In particolare ci concentreremo su cinque temi principali, che verranno affrontati in cinque tavoli di lavoro condotti proprio dai rappresentati del territorio. Gli esiti del lavoro di questi tavoli verranno trasferiti come mozioni di imegno alla Fofi per entrare a far parte dell’agenda politica federale. C’è poi un altro tema molto importante su cui vogliamo porre l’accento in questa complessa fase di transizione.
Quale?
L’unità della categoria. Questo è un impegno su cui la Federazione si concentrerà per poter condividere progetti che siano adeguati alle sfide che ci attendono. Dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra diverse istanze, a volte tra loro contrapposte, a cui poter guardare tutti insieme.
Anche quest’anno FarmacistaPiù viene a cadere quasi in coincidenza con le ultime battute del ddl concorrenza al Senato. Un provvedimento che presenta novità importanti per la categoria. Ne parlerete?
Certamente, il tema verrà affrontato anche quest’anno viste le importanti ricadute per il settore, a cominciare dall’ingresso dei grandi capitali del quale, francamente, avremo fatto anche a meno. La rete capillare della farmacie italiane penso sia un patrimonio che abbiamo il dovere di custodire in modo convincente, ma anche moderno, adeguandoci cioè alle nuove sfide di questi tempi. L’attuale catena della farmacie italiane può contare su un patrimonio di riconoscimento sociale ed istituzionale che va preservato. Dobbiamo però ora riuscire a ridisegnare un nuovo spazio per le farmacie all’interno di un mercato che muterà necessariamente con l’ingresso dei grandi capitali. Dobbiamo superare il concetto di ditta individuale e indirizzarsi verso un farmacia che ‘brilli di mille luci’. Va sempre ricordato che una farmacia libera e indipendente è la migliore garanzia di un’alta qualità e professionalità del servizio verso i cittadini, che non scada mai in una mera logica del profitto. Fra Stato e mercato dovrà sempre vincere la professione.
C’è poi il tema della farmacia dei servizi.
Ovviamente, il ruolo del farmacista deve saper andare oltre la sola dispensazione del farmaco. La nostra professione ha già dimostrato di poter ricoprire, ad esempio, un ruolo centrale nel monitoraggio dell’aderenza alle terapia, come già ampiamente emerso da diverse sperimentazioni. In questo caso la competenza e la professionalità dei farmacisti possono essere messe a disposizione dei cittadini e dell’intero Servizio sanitario nazionale generando al contempo un efficientamento delle cure e un miglioramento del governo della spesa.
Anche quest’anno ci sarà poi spazio ad alcune premiazioni indette dal Comitato scientifico da lei presieduto.
Sì, durante il corso della manifestazione saranno assegnati i tre premi: il Premio alla solidarietà “Cosimo Piccinno” giunto alla sua seconda edizione, il Premio allo studio “Giacomo Leopardi”, e il Premio all’innovazione “Renato Grendene” alla sua prima edizione.