Farmaci e tecnologie. Dieci proposte per ridurre la spesa e garantire comunque la ricerca

L’ostacolo maggiore: “La paura di perdere profitti delle aziende”

A cura di Redazione Farmalavoro

“I continui progressi nello sviluppo e perfezionamento delle tecnologie sanitarie rendono disponibili nuovi strumenti che, se adeguatamente utilizzati e integrati, sono in grado di migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria e contenerne i costi. L’esigenza di sfruttare a pieno le risorse tecnologiche nella Sanità è sempre più pressante a fronte del lievitare dei costi per i farmaci innovativi già in commercio (epatite C) o che stanno per affacciarsi sul mercato (colesterolo, demenze, cancro) europeo e mondiale. Le nuove tecnologie consentono, tra l’altro, di acquisire e gestire dati sui flussi prescrittivi e sull’aderenza alle terapie, che, per un’Agenzia come l’AIFA, rappresentano un supporto prezioso alle proprie valutazioni e decisioni regolatorie, specie nell’ottica di una maggiore appropriatezza e di una migliore allocazione delle risorse”.

Con queste premesse il sito web dell’Aifa pubblica oggi una sintesi di un articolo apparso su Jama di Arthur L. Kellermann (F. Edward Hébert School of Medicine, Uniformed Services University of the Health Sciences, Bethesda, Maryland) e  Nihar R. Desai (Departments of Medicine and Cardiology, Yale School of Medicine e Yale Center for Outcomes Research and Evaluation, New Haven, Connecticut) dove si analizzano alcune questioni legate alla promozione delle tecnologie sanitarie in grado di ridurre i costi dell’assistenza, evidenziando alcune criticità che rappresentano, secondo gli Autori, un ostacolo concreto alla loro piena affermazione.

Gli Autori richiamano quanto emerso da un rapporto 2013 pubblicato da RAND Health. Il team che ha redatto il rapporto ha intervistato leader mondiali ed esperti in materia di scoperta di nuovi farmaci, tecnologie di assistenza sanitaria, venture capital, e politiche pubbliche per determinare il motivo per cui gli sviluppatori di prodotti e gli investitori preferiscono certe tecnologie rispetto ad altre. Gli intervistati hanno rilevato che i rischi e i costi sostenuti per ottenere l’autorizzazione da parte degli enti regolatori sono così grandi che gli investitori preferiscono le tecnologie che presentino maggiori probabilità di essere approvate, che possano essere utilizzate diffusamente e con regolarità e vendute a  prezzi più elevati. Questo spiega perché le varianti brevettabili di farmaci per malattie croniche sono più attraenti per gli investitori di un nuovo antibiotico che verrà somministrato a un sottoinsieme ristretto di pazienti per periodi relativamente brevi.

“In un mercato tipico – osservano gli Autori – i prodotti meno costosi tendono ad attrarre quote di mercato dai concorrenti più costosi. Ma l’assistenza sanitaria non è un mercato tipico. Gli esperti intervistati dal team RAND hanno individuato diversi fattori che promuovono la diffusione di prodotti costosi, tra cui la mancanza di trasparenza dei prezzi, il fascino del medico per le nuove tecnologie, i rimborsi fee-for-service (“tariffa per prestazione”), e la pressione sui pagatori per il finanziamento di nuovi test e trattamenti, indipendentemente dai costi e dai benefici limitati. È vero anche il contrario: le stesse forze che incoraggiano l’adozione e la diffusione di prodotti costosi invitano gli sviluppatori a creare tecnologie che abbassino i costi, anche quelle che potrebbero produrre notevoli benefici per la salute”.

Gli esperti del team RAND intervistati hanno avanzato 10 proposte per incoraggiare lo sviluppo e l’adozione di tecnologie che abbassano i costi. Cinque riguardano la promozione dell’innovazione, gli investimenti e l’approvazione di prodotti di valore elevato: investire una quota maggiore dei fondi per la ricerca sulla scienza ad alto rischio e ad alto profitto; premiare gli investimenti su problemi complessi (un farmaco o un dispositivo che risponde a un bisogno specifico non ancora soddisfatto), garantire che scoperte a basso costo e ad alto valore raggiungano il mercato, attraverso l’acquisizione di brevetti; creare un fondo di investimento di interesse pubblico che finanzi prodotti promettenti che non sono attraenti per gli investitori convenzionali e venga ripianato con i risparmi ottenuti dalle invenzioni di successo; accelerare la revisione delle tecnologie che abbassano i costi estendendo il ricorso ai meccanismi accelerati di autorizzazione regolatoria (fast-track, autorizzazione per terapie innovative).

Le altre 5 raccomandazioni degli esperti intervistati dal team RAND si sono focalizzati sulla promozione delle tecnologie di abbattimento dei costi. “In primo luogo, Medicare potrebbe essere autorizzato a prendere in considerazione il prezzo dei prodotti concorrenti nel fissare le tariffe. Ciò fornirebbe agli sviluppatori di nuovi farmaci o dispositivi un potente incentivo per creare tecnologie meno costose.

In secondo luogo, Medicare potrebbe estendere la sua copertura basandosi sullo sviluppo di evidenze per portare idee promettenti sul mercato, e non pagare farmaci, strumenti diagnostici e dispositivi che sono medicalmente inappropriati  o inefficaci per particolari condizioni.

Terzo, per ridurre i costosi ritardi nel portare tecnologie di alto valore sul mercato, i Centri per i Servizi Medicare & Medicaid potrebbero coordinare le proprie decisioni di copertura e di pagamento con i processi di revisione e approvazione dell’FDA.

Quarto, per incoraggiare i pazienti e i medici a considerare il costo quando si prendono decisioni di acquisto, le assicurazioni sanitarie potrebbero fare un maggior uso di piani assicurativi basati sul valore che rimborsino l’uso di prodotti di alto valore, ma richiedano ai consumatori pagamenti out-of-pocket maggiori per le alternative costose che non sono migliori. La capitazione, i co-pagamenti, e i risparmi condivisi potrebbero essere anche utilizzati per incoraggiare medici e pazienti ad adottare tecnologie di abbattimento dei costi.

In quinto luogo, per aiutare i pazienti, i medici e i pagatori  a identificare i prodotti ad alto valore aggiunto, i sistemi sanitari e le agenzie di ricerca dovrebbero promuovere rigorose valutazioni tecnologiche e studi di efficacia comparativa. Ad esempio, Kaiser Permanent ha recentemente dimostrato l’efficacia di un programma di controllo dell’ipertensione che utilizza una combinazione di 2 farmaci in una pillola”.

Concludendo, gli Autori ricordano che “alcuni progressi, come la terapia di reidratazione orale e il vaccino Haemophilus influenzae tipo B, hanno notevolmente migliorato la salute a fronte di un costo modesto. Tuttavia, altre tecnologie, come ad esempio il test dell’antigene prostatico specifico e la chirurgia robotica, hanno aumentato la spesa senza produrre guadagni commisurati in salute. Riallineare gli incentivi per incoraggiare gli innovatori e i loro investitori a sviluppare prodotti che abbassino i costi potrebbe trasformare la tecnologia, che è attualmente uno dei più potenti motori della spesa sanitaria negli Stati Uniti, in un potente creatore di valore”. “Una volta fatto ciò – chiosano Kellermann e Desai – l’ingegno si prenderà cura di tutto il resto”.

Fonte: Aifa

www.ilfarmacistaonline.it

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