“La formazione e la professionalità sono punti cardine della professione che nessun mutamento sociale ed economico può mettere in discussione. Evoluzioni, come quelle che hanno interessato nell’ultimo anno il Farmacista mettono in evidenza come essere in grado di essere al passo con i tempi e con le necessità della popolazione, siano condizioni imprescindibili per l’espletamento del ruolo sociale che ci compete. La figura del farmacista si arricchisce pertanto di una nuova sfaccettatura: il farmacista clinico. Nasce dall’esigenza di fornire assistenza ai pazienti, di promuove la salute, il benessere e la prevenzione delle malattie, di monitorare e valutare le terapie promuovendo comportanti adeguati, garantendo l’uso sicuro ed efficace dei farmaci e rendendo ottimale la terapia sotto il profilo della tollerabilità, degli eventi avversi, di compliance del paziente, ponendo attenzione alla problematiche che la somministrazione dei farmaci potrebbe presentare”. Così la presidente Fenagifar, Pia Policicchio, descrive i vantaggi che potrebbe apportare questa nuova figura professionale.
“La farmacia di comunità è un osservatorio privilegiato che consente di raccogliere dati inediti su larghe fasce di popolazione, gran parte della quali non si interfacciano con il medico. Gli studi sono effettuati esclusivamente attraverso reti di farmacie che hanno al loro interno un farmacista con competenze specialistiche. Le reti sono coordinate da clinical monitor che raccolgono i dati tramite una piattaforma informatica e li trasmettono al board scientifico multidisciplinare che disegna e cura lo studio clinico. Il disegno sperimentale della prima macro survey, realizzata da una rete multicentrica di farmacie di comunità, ed i dati preliminari, verranno illustrati all’interno del convegno Fenagifar ‘Il farmacista clinico: una nuova frontiera della professione’ che si terrà il prossimo 18 aprile alla Fiera di Bologna nell’ambito della manifestazione Cosmofarma Exhibition 2015”, ha proseguito Policicchio.
“Il sistema delle farmacie italiane, per numero e capillarità, può infatti fornire dati unici ed importanti sull’appropriatezza terapeutica e sugli aspetti farmaco-economici. I dati così raccolti possono orientare i comportamenti dei decisori istituzionali e comunicare le potenzialità del network farmacia come sistema di rilevazione – ha concluso la presidente Fenagifar -. A dimostrazione del fatto che l’ottimizzazione del lavoro porta anche ad un sicuro risparmio per il Ssn, che può così investire la risorse recuperate nel miglioramento dei servizi sanitari”.